
Con due bimbi piccoli in casa normalmente non c’è tempo da dedicare alle telefonate, giusto qualche amico stretto e qualche messaggio con WhatsApp per non perdere proprio tutti i contatti. Crediamo che sia la condizione di molti, adulti, ragazzi e giovani. Presi dalle mille attività, finisce di mancare il tempo.
Questo virus ha rallentato il tempo, anzi, lo ha fermato. Sono diverse sere che prima di addormentarci pensiamo alle persone più sole e ai nostri amici, così ci siamo presi l’impegno di sentirli, di stargli vicino. Questo virus ci impedisce di andarli a trovare. Ma non possiamo lasciarli soli.
Vengono subito in mente le persone anziane come i nonni. Ma in realtà vale per tutti, anziani, adulti, giovani, bambini, ragazzi. C’è sempre qualcuno più solo a cui una telefonata può dare ossigeno. C’è sempre qualcuno che ha bisogno di sentirsi dire: “Ciao, come stai?”.
Questo tempo ci dona la possibilità di occuparci dell’altro, non suonando alla sua porta, ma al suo telefono o inviando un messaggio.
Navigando online, abbiamo scoperto che “Ciao, come stai?” è un’iniziativa che ha lanciato anche la Caritas di Padova, forse perchè non è così scontato. Mentre scriviamo ci vengono alla mente volti di persone che sappiamo che desiderano ricevere questa domanda. Noi ci prendiamo l’impegno di non lasciarli soli. Questo virus ci vuole lontani. Insegniamogli che ci sono tanti modi per rimanere vicini.