Contagio è una parola che in questi giorni mette paura.
Chi non ha provato paura, anche solo per poco, di essere stato contagio o di rischiare di venire contagiato?
Pensavamo alla parola pandemia. Ha da sempre una connotazione negativa, ma letteralmente significa ‘tutto il popolo’. Epidemia significa letteralmente ‘sul popolo’, pandemia ‘tutto il popolo’. Dall’antichità questi termini vengono utilizzati per indicare malattie che si diffondo a macchia d’olio come sta accadendo con il coronavirus. E contagio? Viene dal latino e indica qualcosa che viene dal contatto, dal toccare. Mai come in questo periodo il contatto fa paura, perché crea contagio.
Ma in questi giorni possiamo giocare e rovesciare il significato di questi termini: contagio e pandemia.
Cosa vorremmo che si diffondesse tra tutto il popolo, ovvero tra tutti? Cosa vorremmo contagiare?
Noi vorremmo contagiare il mondo di
atti di cura e attenzione per chi non ne ha
atteggiamenti di giustizia e di pace
gesti di accoglienza per un mondo in cui ognuno si senta a casa
passioni per la vita, lo stupore per i fiori che sbocciano, i raggi di sole che filtrano tra le nuvole, le onde di mare che si infrangono sulla riva
attenzione all’ambiente e scelte consapevoli
una cultura che non sia dello spreco, ma della condivisione
una vita con ritmi più lenti, perché è brutto rimanere chiusi tra le pareti di una casa, ma è bello riscoprire il tempo da dedicare al risveglio, al mangiare, al tempo libero e ai parenti più stretti
il tempo giusto per pensare, usare la fantasia, fare nascere nuove idee
attenzione a chi è malato, sofferente, solo e in difficoltà
riconoscimento di chi si prende cura dell’uomo in tutti i suoi modi e rispetto per tutti i lavori
diritti uguali per tutti
impegno per realizzare i propri sogni sul mondo
gesti di delicatezza e tenerezza
il coraggio di scelte differenti
la forza di sperare.
E la pandemia non sarà più una malattia, ma un mondo accogliente, giusto e di pace.
Voi cosa vorreste contagiare e da cosa vorreste essere contagiati?